Il termine kobudo 古武道 (antica via marziale) si riferisce alle arti marziali del Giappone feudale basate sull’uso di numerose armi.
La pratica del kobudo della Shinkukai è caratterizzata da una prima parte di esercizi (individuali e a coppie) in cui si lavora sulla respirazione e l’allineamento del corpo. Ciò permette di affinare la sensibilità e liberarsi, col tempo, delle tensioni e delle abitudini inutili.
La seconda parte è dedicata alla pratica dei kata (serie di movimenti codificati) in cui, attraverso il lavoro sul ma-ai (intervallo, distanza) e sullo hyoshi (cadenza), la concentrazione sul momento presente trova un senso concreto.
Questo tipo di lavoro permette al praticante di riscoprire delle capacità sopite e un modo più naturale e libero di muoversi.
Praticato con questo spirito, e non in un’ottica di efficacia o di rafforzamento, il kobudō è un lavoro su di sé che permette di ritrovare la sensazione del ki (soffio, intuizione, spontaneità) e l’unità del corpo.
Le principali tecniche del kobudo della Shinkukai sono:
kenjutsu (arte della spada)
• tachi (spada)
• kodachi (spada corta)
• nito (due spade: tachi e kodachi)
bojutsu (arte del bastone lungo)
nagamakijutsu (arte della lancia curva)
kusarigamajutsu (arte della falce-catena)
tessenjutsu (arte del ventaglio di ferro)
Il lavoro si articolerà su più sessioni nel corso dell’anno, dedicate ognuna ad un’arma.
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